Libri

Nino Sarratore e la banalità dell’uomo superficiale

Qualche giorno fa, ho terminato il quarto e ultimo libro della saga de L’amica geniale, (“Storia della bambina perduta“), capolavoro nato dalla penna della misteriosa autrice Elena Ferrante, e finalmente ho scoperto perché da anni, ormai, il personaggio più odiato della saga sia Nino Sarratore.

Francesco Serpico e Margherita Mazzucco, gli attori che interpretano Elena e Nino nella sere TV de “L’amica geniale”

Dalla pubblicazione della tetralogia di Elena Ferrante, il web e i giornali si sono spesi innumerevoli volte ad analizzare questo personaggio così controverso e tutte le volte che se ne parla, (come è accaduto durante la messa in onda della serie tv), le piattaforme social come Twitter e Instagram esplodono, dimostrando un feroce livore nei confronti dell’uomo malvagio, di Nino Sarratore.

SEGUONO SPOILER DEL TERZO E QUARTO VOLUME DE “L’AMICA GENIALE”

Dalla lettura dei primi due libri e dalla visione della serie tv andata in onda su Rai Uno qualche settimana fa, non ero riuscita a comprendere perché tanto astio: un ragazzo educato, forse un po’ insicuro, di certo un uomo che vuole emanciparsi dal contesto sociale in cui è vissuto per tutta la durata della propria infanzia, che vuole continuare a studiare e migliorarsi… allora, perché lo odiano tutti?

Perché tutti odiano Nino Sarratore?

Mi ponevo queste domande e sinceramente, fino al secondo capitolo della saga, (Storia del nuovo cognome”), ho trovato il comportamento di Nino Sarratore un po’ arrogante e strafottente, ma nei limiti di un ragazzo della sua età. Certo, l’epoca storica in cui sono ambientati i fatti dei romanzi è differente rispetto alla nostra, quindi lì il suo comportamento destava più scalpore, ma ho comunque considerato il comportamento di Nino come quello di un qualsiasi ragazzo che non ha ancora imparato a curarsi degli altri, credevo che la sua fosse una sorta di immaturità.

Lila e Lenù

Pensavo che il personaggio di Elena Greco, da sempre innamorata del ragazzo, avesse idealizzato troppo il rapporto tra lei e Nino, e che quindi quest’ultimo avesse tutto il diritto di innamorarsi di Lila Cerullo. Il problema, però, sorge in seguito, arrivati al terzo capitolo della saga. Qui, mi sono resa conto che non si trattava di immaturità, bensì di una sofisticata forma di cattiveria mista a superficialità.

Storia di chi fugge e di chi resta

Nel corso de “Storia di chi fugge e di chi resta“, (che è il terzo capitolo della saga), secondo me, viene fuori la vera malvagità di Nino Sarratore. É, nel complesso, il romanzo che ho più amato dei quattro della tetralogia, e al contempo quello che mi ha fatto soffrire di più. Mentre divoravo quelle pagine, non potevo non immedesimarmi con Elena e con i suoi sentimenti nei confronti dell’uomo che ha desiderato per tutta la vita.

Quando arriva Nino?

Nino Sarratore è un personaggio che i lettori imparano a conoscere dal primo volume della saga: Elena Greco ne è innamorata sin da quando era bambina, in seguito, Nino insieme alla propria famiglia, lascia il rione e i due si ritrovano al liceo. Nulla cambia nel cuore di Elena che ritrova dentro di sé un sentimento che è rimasto immutato nei confronti di Nino: lo amerà per sempre…o quasi.

Nino si mostra da subito un ragazzo molto incline al confronto, sensibile e soprattutto una di quelle persone brave ad accattivarsi le simpatie, soprattutto delle donne e delle persone di potere, uno di quegli uomini che ti fanno credere di interessarsi ai tuoi progetti, che ti fanno sentire importante con le premure e i gesti che ti dedicano. Di fatti, all’inizio, Nino sembra proprio un uomo desiderabile e si comprende come Elena ne sia innamorata: colto, bello, sensibile… tutto quello che più si discosta dagli uomini del rione, dal machismo di cui Elena ha fatto esperienza e soprattutto da un’idea di patriarcato molto radicata in ambito sociale e familiare che ormai Elena si vuole lasciare alle spalle scegliendo un compagno che sembra più evoluto rispetto agli uomini del rione.

Elena non impara dagli errori dell’amica

Elena è follemente innamorata e il sentimento è così cieco e forte che non le importa dell’esperienza che la sua amica Lila ha maturato insieme allo stesso uomo: Nino ha abbandonato Lila e il figlio che credeva fosse suo, l’ha lasciata senza dare spiegazioni, decidendo di sparire e trasferirsi in un’altra città, come se nulla fosse. A Elena non importa neanche quando scopre che Nino ha avuto un figlio da Silvia, un’altra donna incontrata per caso. Elena vuole Nino per sé, e crede fermamente che il sentimento – questa volta – sia più forte di tutto, che questa volta, Nino si comporterà diversamente.

Com’era facilmente prevedibile da parte degli smaliziati lettori della saga, Nino non si comporta diversamente con Elena, ma la differenza rispetto alla relazione che l’uomo ha avuto con Lila anni prima, questa volta, risiede nel fatto che Nino viene smascherato: attraverso la presa di coscienza di Elena, nel quarto volume della saga, riusciamo anche noi a comprendere la malvagità di questo uomo.

Cattiveria che non ha nulla di fisico ma…

Una cattiveria che non ha nulla di fisico ma non per questo è meno grave, meno atroce per chi la subisce, una malvagità mascherata dietro a una buona educazione, una superficialità nei rapporti e nelle relazioni che rendono ineluttabili i suoi comportamenti, con le stesse dinamiche relazionali che si ripetono all’infinito.

Nino Sarratore è un uomo che ha studiato ma che non riesce a brillare da solo: per riuscire a ottenere dei posti di prestigio in ambito lavorativo e sociale ha capito presto che deve servirsi di altri lungo il proprio cammino e in particolare di tutte le donne che incontra durante il proprio percorso; le corteggia, le fa sentire importanti, si impegna molto e spreca tante energie affinché le suddette donne si affezionino a lui, ne fa quasi una questione di vita o di morte fino a quando non riesce a entrare in una relazione di fiducia per poi usarle per avanzare a livello lavorativo e politico, come si è visto nei romanzi.

Nino Sarratore vive di luce riflessa e non ha particolari abilità se non quella di fingere di essere interessante. Oggi diremmo che è un narcisista patologico, un uomo che sembra morire pur di avere l’approvazione delle donne che lo circondano e si spende in maniera indefessa a convincerle dell’autenticità del proprio sentimento, salvo dimenticarsene presto e tradirne la fiducia.

Empatia, questa sconosciuta

La realtà è che Sarratore è un uomo privo di empatia, non riuscirà mai a innamorarsi di qualcuno, perché è troppo preso da sé, non riuscirà mai a comprendere la gravità delle proprie azioni e gli effetti che queste arrecano alle persone che gli stanno accanto. Questo aspetto lo scopre anche Elena che, alla fine, si rende conto di cosa sia in realtà il ragazzo che ha amato per tutta la vita.

Penso che il personaggio di Elena, nel momento in cui si rende conto di come sia realmente Nino Sarratore, si alleggerisca da un peso, lo stesso che ho sentito io quando mi è stato chiaro aver riconosciuto la superficialità di quell’uomo. Una caratteristica, la superficialità, che sembra innocua ma che cela dentro di sé una cattiveria infinita; infinita perché non si cura degli altri ma li calpesta con noncuranza.

(2) Commenti

  1. adri_bo@virgilio.it dice:

    Bellissima analisi! Fin dall’inizio della mia lettura, ho avuto la sensazione che dietro le sue azioni e scelte non ci fossero motivazione profonde. La Ferrante è stata particolarmente brava a svelare i contorni fumosi della personalità di Sarratore al momento giusto. Da banale, a superficiale fino a insignificante!

  2. maria dice:

    Vero nel 4 libro Nino è orrendo tuttavia secondo me Lila è Lenu per lui sono state importanti : Lila lo aveva fatto rinunciare all università e alla relazione con la figlia della Galliani tuttavia erano entrambi troppo narcisi per sottomettersi soprattutto lui che quasi l ha amata dico quasi perché Nino non sa amare veramente. Con Elena instaura una convivenza e la mantiene coi soldi della moglie però accetta la paternità della figlia e la porta dalla sua famiglia. Tuttavia non le sarà mai fedele perché per Nino conta solo il suo interesse. E il suo piacere. E giustamente alla fine Elena lo allontana . Come dice Serpico non credo che Nino avesse bisogno di Elena visto la importante famiglia della moglie oltretutto quando si avvicina ad Elena lei non pubblicava nulla da anni e pubblica grazie a lui un piccolo volume di 70 pagine che non le permette di mantenersi con le figlie infatti la aiutano Pietro e Nino che le trova anche la macchina.
    Credo invece che lui volesse davvero stare con Entrambe contemporaneamenrte: Lila ed Elena o riuscire a separarle. Nino proviene da una famiglia distrutta e gode a distruggere i rapporti. Sarà un padre assente con tutti i suoi figli ma riconoscere imma è un gesto di responsabilità legale anche verso Elena credevo avrebbe trovato scuse per evitarlo come con le altre. Credo sia l unico gesto di correttezza verso Elena. Detto questo non ama nessuno veramente eccetto se stesso anche la sparizione di Tina e il suo totale disinteresse mostrano che la mai sopita attrazione per Lila non aveva radici profonde e la vigliaccheria è predominante in lui.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *